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Ma allora i siti valgono qualcosa?

Una rinnovata febbre da fusioni e acquisizioni percorre il (piccolo) mercato editoriale digitale italiano: l’ultima conferma è giunta un paio di giorni fa da Triboo Media, società di advertising ed editoria online quotatasi sul mercato AIM Italia nel marzo 2014, che nei primi nove mesi dell’anno ha registrato un fatturato di 21,5 milioni di euro (+9% rispetto al 30/09/2014), un Ebitda di 4,2 milioni (+46%) e un utile netto di 1,9 milioni (+39%), che ha acquisito Brown Editore da Acciaierie Valbruna di Vicenza. Brown Editore, società fondata e diretta finora da Salvatore Puglisi (che resterà come Ceo anche dopo il passaggio della società sotto Triboo Media), è proprietaria di tre siti di finanza, Finanza.com, Finanzaonline.com e Borse.it, che vanno ora a sommarsi a Wallstreetitalia.com (già rilevato pochi mesi fa). Il 100% di Brown è stato valorizzato 3,75 milioni di euro.

Brown Editore pagato oltre 22 volte l’Ebitda

Visto che nel 2014 Brown ha fatturato 2,5 milioni di euro, con un Ebitda di 165.856 euro e un utile netto di esercizio di 6.632 euro (mentre nei primi nove mesi del 2015 la società ha visto il fatturato crescere di oltre il 40% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente), vuol dire che Triboo Media ha pagato Brown Editore poco più degli ultimi 12 mesi di fatturato, ma anche 22,6 volte l’Ebitda del 2014, che se dovesse crescere in proporzione al fatturato potrebbe quest’anno salire a circa 232 mila euro (il che vorrebbe dire che Triboo Media ha accettato di pagare Brown Editore oltre 16 volte il suo Ebitda degli ultimi 12 mesi).

Quali sono i razionali dell’operazione

Chiaramente l’operazione deve avere molto senso per Triboo Media, o non si capirebbero certe cifre, che comunque sono nella “tradizione di Triboo Media: il senso sta nel fatto che così l’acquirente, che già controllava anche la concessionaria Leonardo Adv e il portale Leonardo.it (che a sua volta aggrega verticalmente 120 testate online), rilevati nel 2012 per 30 milioni di euro, e la consessionaria Tag Advertising e Html.it (cui oltre allo stesso Html.it fanno capo altri nove siti tra cui Motori.it) rilevati nel 2014 per 10,85 milioni di euro, consolida la seconda posizione nel settore della editoria economico-finanziaria digitale italiana, subito alle spalle de Ilsole24ore.it in termini di utenti unici raggiunti e total reach.

Volete provarci anche voi?

Ora: se qualcuno invogliato dai numeri di queste operazioni pensasse di dare vita a un gruppo editoriale digitale, pensateci bene. Il “segreto della Coca Cola” è riuscire ad aggregare contenuti che portino traffico, tanto traffico, a chi possiede i siti e con essi raccoglie pubblicità, sicuramente. Ma non è tutto qui: dovete anche fare in modo che i pezzi si incastrino bene, sviluppando molta tecnologia perchè mentre i prezzi della pubblicità online sono da tempo crollati (e quindi dovrete generare decine se non centinaia di milioni di pagine viste al mese per guadagnare adeguatamente e ripagare gli investimenti fatti), si nota da tempo un crescente interesse per l’e-commerce, anche in Italia.

Il segreto è sapere aggregare e usare i siti giusti

Sapete che significa? Che se per caso aveste una tecnologia in grado di far lavorare tra loro le API sottostanti, riuscendo a far apparire le pubblicità “giuste” ai vostri lettori, proponendo offerte comlementari e accessorie ai contenuti che stanno visionando, forse potreste aver trovato la vostra formula vincente. E la vostra società potrebbe sia riuscire a veder crescere rapidamente fatturato e utili, sia diventare un “target” per qualche big del settore, italiano o meno che sia. Sì, decisamente i siti hanno ancora un valore, sempre che li sappiate aggregare e utilizzare senza nostalgia per le vecchie logiche della carta o del web anni Novanta. Nel caso che pensiate di poterlo fare, perchè non provate a raccontarci la vostra idea? Siamo pronti ad ascoltarvi.